lunedì 20 marzo 2023

La Via delle Buone Cose - Le degustazioni di Borghi d’Europa Osteria Antica Guizza - Conegliano (TV)

 




Il Cabernet Sauvignon, vitigno principe della viticoltura di tutto il mondo



I giornalisti della redazione dell’associazione culturale Borghi d’Europa e della rivista Degusta, hanno degustato all’Osteria Antica Guizza di Conegliano, il Cabernet Sauvignon prodotto da Denis Boscaratto, titolare dell’Azienda Agricola Terre Boscaratto di Susegana (TV). L’azienda appartiene alla FIVI - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, l’organizzazione che rappresenta e promuove i vignaioli che seguono direttamente tutta la filiera produttiva, dalla coltivazione della vigna, alla trasformazione dell’uva in vino, fino all’imbottigliamento ed alla vendita.


Questa la degustazione del vino, Cabernet Sauvignon Colli Trevigiani IGT 2021 - alc. 12,5% vol.

Note di Degustazione

Rosso rubino con riflessi violacei. All’olfatto profumi di mora e lampone con lievi sentori vegetali nel finale. All’assaggio è fresco, sapido con tannini ancora giovani. Vino schietto dalla beva immediata che invita alla convivialità.

Abbinamento

Da accompagnare alla merenda Trevigiana con pane e soppressa oppure da gustare in abbinamento ad un primo piatto di tagliatelle con ragù dell’aia.



Il Cabernet Sauvignon è il vitigno a bacca rossa più diffuso al mondo, dopo il merlot. Il terroir d’elezione è la Francia, nella celebre regione di Bordeaux (Médoc e Graves), dove viene spesso assemblato con merlot e cabernet franc. La vera identità del cabernet sauvignon è stata scoperta alla fine degli anni novanta del novecento dall’Università di Davis in California. Gli studi compiuti sul DNA della cultivar hanno rivelato che il vitigno è il frutto dell’incrocio spontaneo, avvenuto probabilmente nel XVII secolo, fra il cabernet franc (vitigno a bacca rossa) e il sauvignon blanc (vitigno a bacca bianca).

Vitigno internazionale per eccellenza, il cabernet sauvignon, possiede una buona capacità di adattamento alle diverse condizioni climatiche del pianeta ed ai diversi terroir, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità. Il vino che ne deriva, dalla personalità ben definita, è intenso con tannini decisi, di ottima struttura e lunga persistenza, in grado di acquisire con l’invecchiamento splendide sfumature.

Il profilo olfattivo ricorda gli aromi dei frutti a polpa rossa e scura come i mirtilli, i lamponi, la mora, la prugna ed il ribes nero. Nei climi più freschi, dove matura con maggior difficoltà, si potranno percepire al naso note più vegetali, come quelle di foglia di pomodoro e peperone. Vino raffinato e longevo. La maturazione in legno, oltre a smussare i tannini ed a renderlo più morbido, favorisce l’evoluzione dei sentori terziari con aromi complessi di tabacco, caffè tostato o cioccolato.

Molto diffuso ed apprezzato anche a livello mondiale, lo troviamo in California (Napa Valley e Sonoma Valley), Argentina (Mendoza), Spagna, Cile, Australia, Sudafrica e Cina. Nel nostro Paese il cabernet sauvignon è arrivato a Marengo (Mantova) all’inizio del XIX secolo, grazie al Conte di Sambuy che iniziò a coltivarlo sperimentalmente. Fino agli anni ‘80 del secolo scorso era il cabernet franc ad avere una maggior diffusione nel nostro Paese, specie in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. La situazione cambiò in seguito al successo internazionale di vini, come il Sassicaia e il Tignanello, prodotti con il cabernet sauvignon che dimostrarono il grande potenziale del vitigno ed i risultati eccellenti ottenuti anche al di fuori del celebre territorio Bordolese.

Ovunque Il cabernet sauvignon è sinonimo di vini di successo, vitigno perfetto, come viene descritto nel 1785 da Charles-Louis de Secondat, il barone di Montesquieu.



Buona degustazione!



Antonella Pianca

giovedì 9 marzo 2023

Percorso Internazionale I Mulini del Gusto - Farine d’Italia Farine di Mais (I)

 Sempre accompagnato da Paolo Sala, Titolare de “Il Saraceno” di Sondrio, mio Mentore per il viaggio alla scoperta delle delizie alimentari della Valtellina, Vado oggi alla scoperta del Granturco o Mais.

Il Mais è una pianta della famiglia delle Graminacee, le cui origini paiono risalire a circa 9 000 anni fa, anche se ne abbiamo più precise tracce dell’origine dell’uso alimentare nella grande valle messicana di Tehuacàn, nella regione di Oaxaca, dove sono state scoperte piccolissime spighe con più di 5000 anni di età.

Come tante altre piante fu portato in Europa da Cristoforo Colombo nel 1493, e nei primi decenni del Cinquecento si diffuse dalla penisola iberica alla Francia meridionale, all'Italia settentrionale e ai Balcani, fino a diventare l’alimento principale di tanta gente non abbiente, cosa che provocò, a fine Ottocento, la pellagra, in particolare nella Val Padana. Ciò non fu dovuto a cattive caratteristiche nutritive del Mais, ma alla sua esclusività alimentare: esso infatti fornisce 362 Kcal per 100 grammi, ma risulta insufficiente dal punto di vista qualitativo-nutrizionale: la polenta è infatti povera di proteine e soprattutto di vitamine del gruppo B. Ma di solito la Polenta che mangiamo noi è abbondantemente ricoperta da condimenti proteici e vitaminici!

Va infine notato che i celiaci possono consumare alimenti a base di farina di mais, proprio perché il cereale non forma glutine a contatto con l'acqua

Il Mais e la sua farina



Le farine di Mais hanno caratteristiche diverse, anche secondo la molitura:

  • Farina “bramata” gialla: (cottura circa 60 minuti) è particolarmente saporita e dalla grana grossa; ideale nella preparazione delle polente più tradizionali della cucina italiana (N.B. Il termine “bramata” deve il nome al processo di sgusciatura del riso; nel caso del mais, la sbramatura è l'operazione antecedente la macinazione e consiste nella sgusciatura).
    .

  • Farina finemente macinata o “fioretto”: (cottura circa 50 minuti), adatta per polente pasticciate

  • La farina “integrale”: (cottura circa 60 minuti) prodotta macinando a pietra mais vitrei pregiati, contiene quasi tutte le parti del chicco di granoturco e mantiene il profumo e il gusto caratteristico del mais ed è ideale per la polenta contadina, con ciccioli, lardo e foglie di verza.

  • Farina bramata di Mais bianco (o biancoperla) (cottura circa 50 minuti) è tendenzialmente più delicata di quella gialla. Poiché é tipica del Veneto viene tradizionalmente abbinata a preparazioni a base di pesce.

Le ricette di polenta sono infinite, sceglierei una veneziana a base di farina di Mais Bianco, suggerita dall’amica Federica Cegalin nel suo Blog: “Il profumo del déjavu”.



MOSCARDINI IN UMIDO CON POLENTA BIANCA



Dosi per 4 persone.

  • 500 g di farina di mais bianco

  • acqua q.b.

  • 1,2 kg di moscardini puliti

  • 150 g di acqua

  • 1 kg di pomodori pelati

  • 50 g di vino bianco

  • 1 spicchio d’aglio

  • 1 peperoncino fresco

  • basilico fresco q.b

  • olio extravergine d’oliva, sale e pepe q.b

In una casseruola antiaderente ed ampia fate soffriggere lo spicchio d’aglio ed il peperoncino a fettine, con l’olio extravergine d’oliva.

Fate insaporire qualche istante poi versate i moscardini precedentemente puliti e lavati: rosolateli per qualche minuto a fuoco vivace, mescolandoli per non fare attaccare alle pareti della casseruola i tentacoli più sottili.

Sfumate con il vino bianco, lasciatelo evaporare per qualche istante ed unite anche i pomodori pelati spezzettati grossolanamente con le mani. Unite anche l’acqua, salate e pepate ed unite anche le foglie di basilico fresco.

Coprite la casseruola con un coperchio, abbassate la fiamma e fate cuocere a fuoco dolce per circa 2 ore. Trascorso questo tempo togliete il coperchio e proseguite la cottura per altri 30 minuti così da far evaporare il liquido in eccesso ed ottenere un sughetto più ristretto e corposo.

Potete preparare i moscardini con un giorno di anticipo e riscaldarli poco prima di servirli .Per preparare la polenta bianca portate a bollore l’acqua salata in una capiente pentola; quando avrà raggiunto il punto di ebollizione versate a pioggia la farina di mais bianco e mescolate con una frusta così da non far formare i grumi. Fate cuocere 30 minuti continuando sempre a mescolare.

Servite la polenta morbida al cucchiaio, bella calda, con i moscardini in umido: il risultato sarà straordinario!

Gianluigi Pagano