giovedì 9 dicembre 2021

A Milano nel 2022 le iniziative di 'Europa,il Buon Paese'

  


E' dal 2014 che Borghi d'Europa propone a Milano le esperienze di territori europei poco conosciuti, per favorirne la conoscenza e la valorizzazione, al fine di 'informare chi informa'.

Milano,Vetrina del Gusto 2022 ospiterà :

- le iniziative d'informazione della Tavola Europea d'informazione verso Nova Gorica-Gorizia,Capitale europea della cultura 2025 ;

- i borghi europei ed italiani, come 'atto' in cui far confluire tutte le molteplici esperienze

dei progetti territoriali ;

- la riscoperta di luoghi di una Milano poco conosciuta ;

- la riscoperta di luoghi di una Lombardia inedita.

Il progetto vuol restituire a Milano il ruolo di crocevia della cultura europea, autentica capitale

dell'informazione.

Patrocinio :



IAI (Iniziativa Adriatico - Jonica)

Forum Intergovernativo per la Cooperazione regionale nella Regione adriatico - jonica

lunedì 29 novembre 2021

“I Liquori della Tradizione Italiana”: un patrimonio da amare

 Grazie alla grande attenzione che il Gruppo Montenegro ha sempre riservato alla valorizzazione dei prodotti storici della liquoristica italiana, alcuni tra i più famosi marchi come Maraschino Buton, Nocino Benvenuti, Coca Buton, Rabarbaro Bergia, Oro Pilla e Grappa Libarna sono confluiti nel portafoglio Montenegro e adesso fanno parte della Collezione “I Liquori della Tradizione Italiana”.

Sarebbe un delitto non valorizzarli come meritano, perché, si tratta di prodotti di grande qualità ed ancora attualissimi, che possono essere riproposti, magari con miscelazioni originali, acquistando così nuovi “aficionados”.

Per verificare questa impressione mi sono recato al Baratie, cocktail-bar e trattoria, che ha recentemente aperto a Milano, attratto dallo strano nome, che ho poi saputo derivare dal mondo dei manga (Baratie è il ristorante galleggiante di One Piece).

Il locale è veramente originale, come del resto il nome stesso, in quanto unisce all’atmosfera conviviale e tipica delle osterie tradizionali una tecnica di miscelazione ed una cucina attualissima.

Mi ha accolto Jack, alias Giacomo Sacchetti, il fantasioso Bartender, a cui ho timidamente chiesto se conoscesse questi antichi/modernissimi liquori.


                                               Il Bartender Jack nel suo regno


Mi ha guardato un po’ di traverso, poi mi ha offerto un cocktail veramente delizioso:

MEDITERRANEO

  • Maraschino Buton 1 parte

  • Limone 1 parte

  • Vodka 2 parti

  • Rametto di rosmarino

Appena ho avvicinato le labbra al calice è successo un evento strano: una specie di déjà-vu, e mi sono visto da giovane, in una chiara giornata di dicembre, mentre, chino sulle sudate carte della mia tesi, per cercare di non mandare il cervello in ebollizione, bevevo un bicchiere di neve (allora si poteva!), aromatizzata al Maraschino Buton, che d’inverno era la mia bevanda ideale: certamente non troppo alcolica, visto le proporzioni neve-liquore, ma piacevole e stimolante.

Questo era il liquore preferito di mia madre, ma che anche mio padre non lo disdegnava, tanto che la bottiglia del Maraschino Buton, con il suo inconfondibile rivestimento di paglia, era sempre presente nel mobiletto-bar di casa.




Coktail Mediterraneo



Era allora di gran moda perché poco alcolico (32°) e grazie al suo gusto morbido e piacevole, unito al delizioso profumo di marasca.

Va notato che, se è vero che l’origine del liquore è dalmata, questo rappresentava magnificamente i sapori ed i profumi delle nostre marasche!

Mentre rivivevo questi piacevoli ricordi, la voce di Jack mi richiamò alla realtà e gli confermai che trovavo squisito il suo cocktail, mentre fra me cercavo di isolare l’aroma del maraschino, che era un po’ come la voce di un primo violino che il Maestro concertatore Jack aveva magistralmente accordato a quelle degli altri componenti della sua orchestra liquoristica.

La vodka dava la struttura, mentre il maraschino ed il limone, davano una sfumatura agrodolce, fondendo i loro aromi, che si univano a quello finale del rosmarino.

Ho scoperto con gioia che esistono ancora tante cose buone che mi incantavano in gioventù e debbo essere grato al Maestro Jack che mi ha guidato a questa scoperta.

Dunque ho incontrato un vecchio amico: il Maraschino Buton, trovandolo più in forma che mai e ciò non può che far piacere; ora mi ripropongo di ritrovare anche gli altri componenti della collezione “I Liquori della Tradizione Italiana” e vedere come siano oggi rivissuti e degustati.

Gianluigi Pagano

martedì 16 novembre 2021

La Via dei Norcini : il Prosciutto Istriano e il Prosciutto cotto alla brace del Salumificio Spader

 Borghi d'Europa promuove dal 2019 alcuni Percorsi Internazionali dedicati alla filiera agroalimentare, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).


Uno di questi percorsi è dedicato alla Via dei Norcini.

I giornalisti e i comunicatori della rete internazionale hanno voluto scegliere due prodotti : un prosciutto cotto alla brace della tradizione italiana, firmato dal Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia, nelle Terre della Piave e il prosciutto istriano di Tignano.

Il Prosciutto cotto alla brace del Salumificio Spader è aromatizzato con aromi ed erbe aromatiche,legato a mano e cotto arrosto. La sua peculiarità risiede nel perfetto equilibrio tra sapore delicato di cotto e profumo dolce e pulito delle spezie aromatiche. Il prosciutto cotto arrosto è tenero e succoso, compatto e gradevole per tutti i palati.Lo stesso prosciutto cotto lo possiamo arricchire con una ulteriore aggiunta aromatica, sottoponendo il prodotto ad una fase di asciugamento e affumicatura con legno di faggio e ginepro, i quali donano un caratteristico gusto e profumo di affumicato.

Il prosciutto istriano è l'orgoglio della gente dell’Istria, il simbolo del beneficio di un ritmo equilibrato con la natura. Il prosciutto istriano è legato alla leggenda di Bura, una ragazza giovane e bella che troppo lodava la sua bellezza e Dio per la sua arroganza la colpì con un fulmine. La storia narra che da allora, ogni volta che una donna commette lo stesso peccato, essa sospira amaramente e i suoi sospiri diventano vento forte e freddo, la bora, che porta chiarezza e semplice bellezza. Proprio così è il prosciutto istriano, una combinazione unica di carne di altissima qualità, di una ricetta speciale, arricchita con sale marino e aromi naturali, essiccato esclusivamente al vento di bora. Tagliato a fette sottili rappresenta tutta la bellezza della semplicità e l'unicità dell’Istria, che si scioglie in bocca e seduce con il suo fragrante profumo.


L'unicità del prosciutto istriano

Questo prodotto istriano assolutamente autoctono è unico al mondo per i suoi ingredienti di qualità e per i metodi di preparazione immutati da secoli. La speciale tecnica di preparazione del prosciutto e le condizioni microclimatiche hanno come risultato un prodotto di altissima qualità. Il prosciutto istriano è protetto dalla legge e dalla provenienza geografica e può essere prodotto esclusivamente nell'interno dell'Istria ad almeno 12 chilometri di distanza dal mare.

E’ caratterizzato da un colore estremamente rosso della carne, senza il grasso tessuto adiposo sottocutaneo e da un sapore e profumo intenso. Gli animali vengono curati e nutriti in modo particolare, quindi la carne del prosciutto istriano non contiene additivi o nitrati, dannosi per la salute. A differenza di altri prosciutti crudi, il prosciutto istriano non viene affumicato, ma seccato unicamente all'aria pulita per cui non contiene pericolose sostanze cancerogene. I prosciutti trattati e essiccati vengono poi messi in salamoia nel sale marino con spezie naturali - pepe, rosmarino, alloro e aglio. Viene prodotto nel periodo invernale, a partire dai primi giorni di bora fresca, essiccato nei seguenti 5 mesi e stagionato 12 mesi.

La sua casa è considerata Tignano, proclamata il comune del prosciutto istriano, dove ogni anno si riuniscono i migliori produttori di prosciutto della regione istriana e quelli provenienti da altre parti del mondo, ma anche dove si trovano numerose produzioni di prosciutto, questa superba prelibatezza culinaria. In questa parte dell'Istria lo chiamano "vijulin”, violino, per la sua morbidezza, tenerezza, dolcezza e unicità, ma anche per il modo ti tagliarlo che deve essere accurato e delicato, come quando si suona uno strumento musicale costoso.

Il prosciutto istriano si mangia da solo, quando portandolo alla bocca si scoprono tutti i suoi gusti o in uno dei piatti tradizionali come la ‘fritaja’, frittata, omelette istriana, o si usa come aggiunta alla regina del cibo al cucchiaio – la minestra, o come farcitura di piatti di carne, a volte in aggiunta alla pasta oppure viene solo leggermente fritto sull’oro dell’olio d'oliva. Qualunque sia la combinazione che assaggerete non dimenticate di abbinarlo con alcuni degli ottimi vini istriani, completando così la vostra originale esperienza gastronomica istriana.


martedì 2 novembre 2021

BORGHI D’EUROPA ALLA SCOPERTA DI VARIE ECCELLENZE GRAZIE A CASCINE PIEMONTESI

 

 





Visite mirate e momenti di promozione di alcune zone di livello del Cuneese

 Milano, 29 Ottobre 2021- Nella provincia di Cuneo, ricca di eccellenze agroalimentari, dal 2020 molti produttori hanno iniziato a fare squadra per promuovere  il territorio in maniera efficace: questo grazie al progetto Esperienze del Consorzio Cascine Piemontesi, promosso da Confagricoltura in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo.

La valorizzazione territoriale è uno dei punti fermi delle iniziative d’informazione di Borghi d’Europa, che ha partecipato con piacere a un tour alla scoperta di varie realtà di Cascine Piemontesi alla fine di Ottobre u.s. .

Sono state visitate Saluzzo, Vicoforte (con la splendida Basilica della Natività) e Dogliani: per ogni tappa gustosa c’è stato un seminario d’approfondimento sulle aziende agricole d’alta qualità e un momento di degustazione di varie eccellenze come le i grandi vini Doc e Docg, il Castelmagno e la Toma Piemontese Dop, la Nocciola Piemonte Igp e il Crudo di Cuneo Dop.

Molto apprezzati poi i piatti proposti dal Ristorante “Le Quattro Stagioni d’Italia” di Saluzzo e da “Il Groglio” di Vicoforte, tutti caratteristici della tradizione culinaria della zona.

A Dogliani, zona vitivinicola rinomata, sono stati assaggiate diverse ottime etichette, soprattutto rossi fermi a base di uve Nebbiolo e Barbera, ma anche qualche ottimo Dolcetto, un rosso che era alla base della beva quotidiana per molte famiglie del cuneese, un po’ oscurato dalla crescita di Nebbiolo e Barbera, che merita di essere valorizzato di più e rilanciato.

Un grosso plauso al Consorzio Cascine Piemontesi per il lavoro svolto sinora, che vede protagoniste tutte le singole realtà che lavorano in sinergia.

mercoledì 13 ottobre 2021

MILANO VETRINA DEL GUSTO: ALTRI EVENTI DI LIVELLO DELLA WINE WEEK 2021

 





“Milano è la capitale e il futuro del mondo del vino”, queste le parole assolutamente significative di Federico Gordini, presidente e nume tutelare della Milano Wine week, per spiegare il successo ottenuto dalla manifestazione (giunta alla 4° edizione) che ha unito in totale sinergia il capoluogo meneghino dal 2 al 10 Ottobre c.m. .

Sinergia perché locali, produttori, operatori specializzati e wine lovers si sono riuniti per confrontarsi con nuove idee per promuovere la cultura del vino in maniera efficace.

L’Italia del Gusto ha presenziato ad alcune masterclass dove diversi terroir vocati sono stati valorizzati e raccontati superbamente.

Per l’Oltrepò Pavese, grazie al grande lavoro di promozione del Consorzio di Tutela, sono state organizzate due masterclass con otto vini ciascuna: due Spumanti Metodo Classico Docg, un Riesling Doc, due Pinot Nero Doc fermi, la Bonarda Doc, il Buttafuoco Doc ed infine Il dolce Sangue di Giuda Doc, tutte etichette di cantine che ben rappresentano la zona.

Scendendo nella magnifica Toscana, impossibile non citare due masterclass dedicate al Brunello di Montalcino Docg, condotte da Filippo Bartolotta, una sui versanti di produzione e una più incentrata sulle riserve 2015, vini di grande morbidezza e potenza.

Altra masterclass di rilievo quella sul Lugana Doc o Turbiana: 6 ottime etichette, sia giovani che riserve, utili a comprendere la diversità e la complessità dell’areale di produzione, che si trova vicino al Garda tra Lombardia e Veneto.

Per il food da segnalare invece il format “Segreti a tavola”, condotto dall’autrice ed esperta enogastronomica Francesca Romana Barberini (nominata Head of Food di Milano Wine Week), che ha trattato esaurientemente il tema dell’accompagnameno tra cibo e vino, ospitando diversi produttori e chef, al fine di rilanciare l’intera filiera agroalimentare, tanto minata dalla pandemia.

Una Milano capitale del vino e protagonista grazie alla molteplicità di eventi organizzati: auspichiamo che la prossima edizione della Wine Week nel 2022 sia ancora meglio!


martedì 5 ottobre 2021

La Via dei Norcini alla Società Agricola Palù di Mosnigo

  Il termine norcino indica colui che macella il maiale e si occupa di lavorarne le carni, ma può riferirsi anche al gestore della norcineria, ovvero la bottega dove si preparano e si vendono tutti i prodotti derivati dalla lavorazione delle carni di maiale.

In alcune zone è ancora viva la tradizione, autorizzata dalle autorità sanitarie, di chiamare il norcino perché macelli il maiale tra le mura domestiche. Il costume, presso le case e fattorie di contadini, di allevare comunque almeno un maiale, anche se questa attività zootecnica non faceva parte delle attività agricole della famiglia, molto diffusa in passato, fece sì che il norcino fosse un ambulante che veniva "ingaggiato" nel periodo in cui tradizionalmente si uccideva il maiale, cioè tra il giorno di sant'Andrea (30 novembre) e quello di sant'Antonio Abate (17 gennaio).


La scelta dei giornalisti e dei comunicatori di Borghi d'Europa di realizzare la tappa 2021 del Percorso Internazionale La via dei Norcini nel Quartier del Piave, a Mosnigo, presso la Società Agricola Palù di Elisa e Davide, viene a confermare una vocazione 'storica' delle Terre Venete.


L'incontro di Mosnigo darà spazio, come al solito, ad altri protagonisti del percorso.

Non mancherà il racconto e la degustazione del Prosciutto cotto di San Marino ; la storia della

Associazione Norcini Bergamaschi ; un salto nelle terre vicentine (la sopressa deco di Monte di Malo) e lo speck austriaco della Carinzia.


Un viaggio vivace e partecipato, che costituirà la base per scambi culturali intensi e proficui.

Così va bene!


giovedì 30 settembre 2021

L'azienda agricola Blazic propone la ribolla gialla e il friulano a Milano

 


Borghi d'Europa sviluppa un Percorso Internazionale dedicato alle Terre del Vino :Eurovinum.

I giornalisti e i comunicatori nel loro viaggio del gusto, hanno toccato anche il Collio friulano,

alla ricerca di aziende e vignaioli di pregio.

 

Fra queste l'azienda agricola Blazic,in località Zegla in quel di Cormons.

Michele (che è anche Presidente della Enoteca di Cormons), ha scelto la ribolla gialla e il

friulano per le degustazioni che si tengono a Milano,presso l'Osteria la Stazione l'Originale

di Gunnar Cautero.

 

“La Ribolla Gialla può essere definita come un vino dalle caratteristiche equilibrate e complesse ma allo stesso tempo semplice ed elegante- osserva Michele.”

Il colore è giallo paglierino tenue con riflessi dorati.

 

Profumo elegante, fruttato e delicato, con note di fiori bianchi e gialli.

In bocca risulta vellutato, con buona struttura, esaltata dalla tipicità acida di questo vino, retrogusto lungo e persistente con evidenti sentori floreali. Sviluppa normalmente 13,00° alcolici.

 

“Il Friulano, fino a poco tempo fa chiamato Tocai Friulano è per eccellenza il vino più tradizionale della nostra regione, si presenta in maniera molto strutturata con un’armonica complessità fruttata dal caratteristico retrogusto di mandorla amara- continua a raccontare Michele.”

Il colore è giallo dorato.

Al naso si presenta ampio e gradevole con forti caratteristiche varietali, sentori di mandorla, salvia e pepe bianco.

In bocca risulta essere un vino molto strutturato dal buon supporto alcolico, con buona acidità ed armonica complessità fruttata e speziata. Sviluppa normalmente 13,50° alcolici.

 




 

Le Storie

Siamo a meno di un tiro di schioppo dal confine sloveno.

Guardiamo con stupore le etichette dei vini di casa Blazic : suggeriscono vivacità, vitalità,

voglia di vivere.

“ La nostra famiglia – racconta Michele -, risiede a Zegla, nel cuore dei colli cormonesi, fin dal 1923. “

Franco, Cinzia e Michele coltivano l’armonia tra una viticoltura tradizionale, che custodisce con sapienza passione vitigni autoctoni e cloni antichi, e una gestione agronomica più moderna.

Il colloquio procede speditamente : Michele rivela subito passione e competenza.

“ Coltiviamo la terra con attenzione e rispetto dell’ambiente. Per noi questi non sono degli

slogan promozionali, ma un autentico messaggio di vita. Il vigneto è un ecosistema

complesso dove piante, animali e insetti vivono in equilibrio. L’uomo che impianta e si prende

cura di un vigneto, può farlo solo rispettando la vita che contiene”.

I vitigni di famiglia regalano ogni anno soddisfazioni e novità, come il ZEGLA, Crù di Zegla e il

PINOT BIANCO, due selezioni che si affiancano ai già conosciuti ed apprezzati : Friulano,

Sauvignon,Ribolla Gialla,Malvasia, Chardonnay,Pinot Grigio e Merlot.

Sorseggiamo placidamente il Friulano : il vino più tradizionale del Friuli offre tutta la sua complessità strutturata, con un retrogusto di mandorla amara che lo rendono unico.

“ Anche gli interventi in cantina seguono la filosofia che permea il nostro operare.

Le nuove tecniche e attrezzature rispettano la natura e garantiscono una produzione

ricca di aromi e profumi, capace di svelare nei vini della famiglia Blazic tutta la magia

delle belle vigne di Zegla e delle Via delle Vigne Alte.”

Ci alziamo, per proseguire il nostro cammino.

Mai come oggi, il ‘camminare la terra’ di veronelliana memoria, ci è sembrato azzeccato, proprio qui, dai Blazic!

 

giovedì 16 settembre 2021

Turismo sostenibile in Croazia

  





In Croazia, lo sviluppo del turismo sostenibile implica innanzitutto una pianificazione territoriale con responsabilità e qualità che ponga l'accento sui valori culturali locali. Di conseguenza, i nuovi investimenti richiedono la necessaria conservazione delle risorse non rinnovabili. In questo senso, l'offerta armonizzata con i principi della sostenibilità dovrebbe collocare un'offerta turistica  che soddisfi i bisogni dei viaggiatori e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro.

Il concetto di sviluppo della strategia di sviluppo turistico croato si basa sul miglioramento della protezione ambientale, sulla conservazione della qualità delle risorse naturali e sulla gestione responsabile e sostenibile dello sviluppo dell'offerta turistica, sia nell'offerta ricettiva che nello sviluppo di prodotti e contenuti turistici specifici.

Il continuo impegno nel portare il turismo verso un futuro sostenibile con lo scopo di preservare il patrimonio e l'ambiente delle destinazioni per le generazioni future.

L'obiettivo economico della Croazia come una destinazione turistica è la sostenibilità del mercato a lungo termine, il che significa la capacità di tutti coloro che svolgono attività nel campo del turismo di  progettare, produrre e commercializzare prodotti e servizi le cui qualità di prezzo e non rappresentano un insieme di vantaggi più attraente di quelli offerti dall'ambiente di riferimento.

La strategia per il futuro del turismo Croato  è creare le condizioni per un   turismo durante tutto l'anno con l'aumento della qualità, dello sviluppo di nuovi prodotti e infrastrutture e una  gestione responsabile e sostenibile

Il nostro obiettivo in Croazia è destagionalizzare la stagione turistica che consenta la redistribuzione dei flussi su periodi  diversi o più lunghi, perché la stagionalità è un grosso problema del turismo, ma l'estensione deve essere sostenibile. La pandemia di Covid può essere un'opportunitàn per la ripresa , per quanto difficile, per cambiare il concetto di turismo,  abbiamo bisogno di nuovi prodotti turistici  e alloggi di qualità,  sviluppare l'offerta  turistica per tutto l'anno, perché questa crisi ha dimostrato quanto sia pericoloso fare affidamento solo su il sole e la costa. Oltre al turismo balneare e culturale, puntare su nuove offerte come il turismo naturalistico che comprende aree naturali, riserve marine, attività montane, agriturismi e aree rurali. 

 

Il Ministero del Turismo e dello Sport ha lanciato una nuova strategia per lo sviluppo del turismo sostenibile fino al 2030.

Il nuovo programma si concentrerà sulla sostenibilità turistica delle destinazioni strategiche e sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti, per accrescere il benessere economico, sociale e sostenibile. La strategia dovrebbe rispondere alle sfide di allungare la stagione e ampliare l'offerta turistica al di fuori dei mesi estivi,  anche in termini ambientali  verso le aree turistiche meno sviluppate, in particolare le destinazioni nella zona continentale. Il progetto è in linea con il Programma del Governo della Repubblica di Croazia 2020-2024 e con la strategia nazionale di sviluppo fino al 2030. Per la prima volta dall'indipendenza della Croazia, oltre alla strategia per il turismo sostenibile, si prepara anche la valutazione strategica dell'impatto ambientale. Va sottolineato in particolare il fatto che abbiamo fornito fondi europei con i quali possiamo indirizzare strategicamente lo sviluppo del turismo. Abbiamo offerto l'opportunità di investire nel turismo che desideriamo cioè sostenibile, tutto l'anno. I fondi del Piano Nazionale di recupero e resilienza saranno concentrati sulla soluzione delle sfide che affrontiamo nella zona costiera in estate, ma incoraggeranno anche lo sviluppo di forme di turismo tutto l'anno in tutta la Croazia. Il fatto che nel prossimo esercizio finanziario dell'UE, sia nel Piano Nazionale che in alcuni programmi operativi, saremo responsabili dello stanziamento dei fondi, è un grande obbligo, ma anche un'opportunità per definire le priorità insieme al settore e cercare di risolvere sfide di vecchia data – ha affermato il ministro del Turismo e dello Sport, Nikolina Brnjac


L'Ente Nazionale Croato per il Turismo come guida del progetto o partner partecipa al piano di sviluppo regionale (INTERREG) finanziati da fondi UE, ad es. EDEN - Destinazioni europee di eccellenza, MEDCYCLETOUR, PANORAMED / SMARTMED, FOST INNO

Esempi di gestione delle destinazioni turistiche con l'obiettivo di migliorare la sostenibilità del turismo

Dubrovnik - un gran numero di crocieristi

Misure adottate:

·                 Progetto Rispetta la Città - una serie di attività finalizzate allo sviluppo sostenibile e alla gestione della destinazione

·                 È possibile monitorare il numero di persone che si trovano nel centro storico durante i periodi di grande affluenza di turisti/persone (https://www.dubrovnik-visitors.hr/prediction) e prevedere il carico in futuro

·                 Numero limitato delle crociere in un giorno - Cruise Lines International Association (CLIA) e la città di Dubrovnik hanno firmato un accordo di cooperazione e hanno concordato un'azione congiunta sulla conservazione e la protezione del patrimonio culturale di Dubrovnik attraverso una gestione responsabile del turismo per rendere Dubrovnik un esempio di turismo sostenibile in Adriatico e non solo

·                 Per il 2021 è previsto un limite massimo di 4.000 crocieristi contemporaneamente nel centro storico

·                 Applicazione che offre ai turisti in modo proattivo attrazioni e programmi alternativi fuori dal centro città nell'area della città di Dubrovnik

·                 Sviluppo di soluzioni smart city - car sharing, sistemi di parcheggio intelligenti

·                 Risultati: significativamente riducendo di grandi folle nella città vecchia  cambia la percezione di Dubrovnik nei media mondiali, non è più nelle liste delle destinazioni sovraccaricate dal turismo

 

Laghi di Plitvice - il numero giornaliero di visitatori ha superato le capacità consentite del Parco Nazionale

Misure adottate:

·       Si possono acquistare via internet, prima dell'arrivo, i biglietti per il Parco Nazionale.  I visitatori devono scegliere la data, la data del tour el parco, questo consente di limitare il numero giornaliero di ospiti e di gestire i visitatori programmandoli in base all'orario del giorno.

 

 

 

 

 

 

 

Ente Nazionale Croato per il Turismo - Via Leopardi 19 – 20123 Milano

Tel. 02 86454443 – info@enteturismocroato.it –  https://croatia.hr/it-IT

https://www.safestayincroatia.hr/it


venerdì 3 settembre 2021

Albania: Berat e Gjirokastër, i tesori culturali della Terra delle aquile

 



di Francesca Masotti




Una leggenda narra che due fratelli, Shpirag e Tomorr, in lite per una bella fanciulla di cui entrambi erano innamorati, combatterono tra di loro fino alla morte. Dalla loro storia, si dice, siano nati i monti tra cui è incastonato il borgo di Berat: il monte Shpirag e quello Tomorr. La ragazza, triste per la rivalità tra i due fratelli e per la loro brutta fine, versò numerose lacrime che, sempre secondo la leggenda locale, dettero vita al fiume Osum che oggi divide in due la città. Basta un attimo per innamorarsi di Berat, tesoro culturale nel cuore dell’Albania: un luogo dall’atmosfera senza tempo, una bomboniera di casette bianche forate da numerosi punti luce che le hanno valso il soprannome di città dalle finestre sovrapposte e un posto nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità (insieme a Gjirokastër e Butrint, altre meraviglie albanesi).



Kala, il Castello, è un labirinto di stradine in pietra, muretti a secco e abitazioni secolari ancora oggi abitate o convertite in guest house. L’area custodisce alcuni dei più importanti siti culturali albanesi, tra cui la Chiesa della Dormizione di Maria, che oggi ospita il Museo Onufri dedicato al celebre pittore di icone del XVI secolo, i resti della Moschea Rossa, la prima, si narra, che sia stata costruita a Berat nel XIV secolo, e la pittoresca Chiesa della Santa Trinità, posizionata scenograficamente a strapiombo sulla collina, che regala incantevoli scenari. Sotto al castello, Mangalem è un intrico di viuzze, edifici e moschee, come quella degli Scapoli dove, pare, si recassero i ragazzi in cerca di moglie, e la Moschea del Re, costruita a fine ‘400 per volere del sultano illuminato Bayezid II che si distinse per la politica di accoglienza degli ebrei sefarditi espulsi nel 1492 dalla Spagna, ai quali concesse di stabilirsi nei territori dell’impero ottomano e, dunque, anche nell’attuale Albania.



Circa cinque secoli dopo, il Paese balcanico a maggioranza musulmana accolse nuovamente un gran numero di ebrei aiutandoli, questa volta, a scappare dai campi di concentramento nazisti e fornendo loro accoglienza sulla base di un codice d’onore, la besa, che consisteva -e consiste tuttora- nel mantenere la parola data e aiutare, anche a costo della propria incolumità, chiunque abbia bisogno di sostegno. La storia della comunità ebraica in Albania è narrata nelle sale del Museo Solomoni. Infine c’è Gorica, l’area meno turistica di Berat, con la bella Chiesa di San Tommaso e il Monastero di San Spiridone. È qui che si viene per le migliori viste sulla città. 



È Gjirokastër l’altro gioiello in pietra dell’Albania. Un labirinto di stradine lastricate e case dai tetti di ardesia. Fu Ismail Kadare, scrittore albanese di fama internazionale nato in questa città a una manciata di km dalla Grecia, a soprannominare Gjirokastër “la città di pietra” nel suo omonimo romanzo ambientato qui durante la seconda guerra mondiale, un capolavoro della letteratura contemporanea. La sua casa natale è stata convertita in un museo che ospita interessanti mostre temporanee. Vale la pena di visitare anche altre tre abitazioni, quella del dittatore Enver Hoxha, trasformata in Museo Etnografico, nelle cui sale sono narrati usi e costumi albanesi dei secoli passati, e due dimore storiche nobiliari, Casa Skenduli e Casa Zekate, due gioielli dell’architettura ottomana che catapultano il visitatore, attraverso percorsi che conducono alla scoperta di stanze, saloni e terrazze, direttamente nella vita quotidiana di una famiglia nobile albanese del ‘700-‘800. 



Tutta la città, però, è un labirinto di sorprese. Il bazar, in particolare, è un gioiello dove si indugia fra i vicoli in pietra, gli edifici bianchi e la vecchia moschea, senza scordarsi di alzare lo sguardo per ammirare gli incantevoli scorci del Castello che dall’alto domina il centro storico. Lungo il percorso sfilano davanti agli occhi colorati qilim, i tradizionali tappeti albanesi decorati con motivi geometrici, centrini finemente lavorati dalle artigiane del posto, oggetti in legno e gustosi prodotti gastronomici locali. Dal bazar, infine, si prende la strada lastricata che conduce al Castello di Gjirokastër, uno dei manieri più affascinanti dei Balcani in passato utilizzato come prigione sia dal re albanese Zog I che dal dittatore Hoxha. La fortezza custodisce un museo dove sono esposti armamenti antichi, un aereo militare americano abbattuto durante il secondo conflitto mondiale, una torre dell’orologio e resti di antiche chiese.



È una terra di leggende l’Albania. Un’antica storia narra che la città deve il suo nome alla principessa Argjiro, sorella del governatore locale durante gli anni dell’invasione ottomana del Paese nel XV secolo, che rifiutandosi di arrendersi agli ottomani, si recò insieme al piccolo figlio nel punto più alto del castello per lanciarsi. Miracolosamente il bambino sopravvisse all’impatto, mentre dalle rocce collocate nel punto esatto dove cadde la madre cominciò a sgorgare latte per alimentare il piccolo. Ancora oggi, le pietre ai piedi del maniero sono coperte da depositi di calcio. Il castello affascina per l’antica leggenda e anche perché offre uno scorcio magico su tutta la città e sui monti circostanti. Uno spettacolo da contemplare in tutta la sua maestosità.